In queste ore il mio sguardo va a quell’estate del 1985 in cui l’Europa scelse Atene come sua prima capitale culturale.
Proprio nel momento in cui cominciava a decollare l’idea di una unità delle economie europee, la scelta di Atene apparve a tutti noi come un monito: “Non si dimentichi l’anima dell’Europa che è innanzitutto nella sua cultura”.
Pochi, forse nessuno, avrebbero immaginato quel giorno che Matera, allora considerata un piccolo borgo rurale alla periferia dell’Europa, sarebbe diventata anch’essa capitale europea della cultura. In questo riconoscimento c’è la marca di un lavoro difficile, silenzioso, ma che è andato a buon fine perchè ostinato e collettivo. Ostinato in quanto capace di resistere allo scoraggiamento,
Il sogno realizzato di Matera Capitale non è pero’ la fine di un percorso. Matera Capitale sarà un successo se sarà una promessa. Una promessa di sviluppo per la nostra terra. La vocazione al turismo e alla cultura di Matera e della Basilicata si sta già affermando e, per questo, basta vedere la crescita significativa del turismo negli ultimi mesi e anni, con tutto l’indotto che ne consegue. Questa vocazione deve affermarsi definitivamente
Tuttavia la promessa di Matera Capitale contiene in se qualcosa di ancora più profondo. La cultura è una dimensione fondamentale della nuova economia immateriale ma è anche molto di più.
C’è un filo che lega Atene, la prima capitale europea della cultura, a Matera ed è il Mediterraneo. Dopo gli sconvolgimenti delle primavere arabe del 2011 questa regione sembra essere scomparsa dalle nostre viste. Il Mediterraneo è invece sempre lì, fonte dei rischi mai sopiti del fondamentalismo
Matera Capitale avviene poi in una fase sensibile della storia europea. In questi giorni, l’Europa e il Regno Unito sembrano paralizzati dallo stallo della Brexit che ci ricorda lo spettro della dissoluzione dell’Unione. Dovremmo forse interrogarci più seriamente sulle ragioni della crisi europea. Oltre alle difficoltà di governance rese manifeste prima dalla crisi dell’euro e poi da quella dei migranti, le ragioni delle debolezze europee appaiono legate anche alla superficialità con cui si è rimossa la dimensione culturale. Senza una base culturale comune, qualsiasi progetto di integrazione rischia di arenarsi. Il dibattito sul futuro dell’Europa, più che sugli strumenti tecnici di gestione, deve quindi riguardare la sua cultura
C’è un fondo comune che cementa l’Europa ed é nel suo umanesimo, nella cultura della centralità dell’uomo come lo definisce la cultura classica, o della persona per usare un termine cristiano. Dignità umana vuol dire innanzitutto che ogni individuo, a prescindere dalle origini e dalle aspirazioni, è dotato degli stessi diritti, che vi è cioè una universalità dell’uomo che non puo’ essere spezzata sulla base di considerazioni geografiche o di etnia.
Nel momento in cui la barbarie, il razzismo, si riaffacciano su questo continente, in cui lo spregio per le nostre istituzioni democratiche diventa moneta corrente in molti paesi europei, Matera Capitale vuol dire anche ritrovare la ragione d’essere, il senso dell’Europa.