Al Senato della Repubblica

Il mio rientro in Italia ha coinciso con una sconfitta politica bruciante.

Quando la notte del 4 marzo 2018 con i miei familiari e tantissimi amici e compagni ricevemmo il profluvio dei dati relativi al voto nel collegio uninominale al Senato (comprensivo della intera Basilicata) pensai che fosse una bocciatura innanzitutto della mia persona.

Poi arrivarono i dati nazionali, la sconfitta era generale e devastante.

Prescindeva da nomi e cognomi.

Ma la delusione era comunque profonda e appena attenuata dal fatto che nella vicina Campania dove ero capolista del Pd sempre al Senato, ero stato eletto.

Decisi che non potevo tornare indietro, che avrei dovuto lasciare il parlamento europeo, e iniziare questa nuova esperienza al senato.

Esperienza che è in corso.

Troverete foto, interventi, scritti.

Ho lavorato prima in commissioni politiche comunitarie ed ora in commissione finanze dove sono il capogruppo del PD.

Sto portando avanti come relatore la legge di delega europea che incorpora nella legislazione nazionale 33 direttive tra cui quella sul diritto d’autore.

Nonostante il Covid-19 abbiamo svolto decine e decine di audizioni, tantissime riunioni e lavorato sodo per condurre in porto, secondi dopo la Francia (speriamo) una misura di civiltà che riconosce il valore del lavoro di chi produce cultura informazione editoria, oggi utilizzato in modo improprio e senza adeguata remunerazione.

Anche in Senato vivo col sud e l’Europa nel cuore.

Nelle ore tremende della pandemia, confrontandomi spesso con le persone a cui voglio bene e col mio consigliere e amico Emilio Di Marzio, ho rafforzato le mie motivazioni e la mia volontà di dare il meglio e il massimo di me stesso per vivere questa ultima esperienza elettiva, mettendo a frutto tutta la esperienza che ho maturato in questa lunga stagione politica.