Ventitrè anni fa accuse di malagestione, con il caso dell’assunzione di un dentista francese, aprirono le porte alle dimissioni dell’allora presidente della commissione europea Santer.
Oggi è il Parlamento europeo, il cuore della democrazia europea, ad essere l’epicentro di una vicenda devastante che ha scosso profondamente le coscienze provocando stupore e sgomento.
Il sentimento è di fastidio, sdegno, delusione per un tradimento plateale della politica con la “P” maiuscola e dei valori europei.
Lo scandalo apre un’autostrada a chi come Orban ha sempre combattuto l’Europa mentre l’Ungheria si alimentava di ingenti risorse europee.
Sembra quasi una maledizione reiterata; prima il Covid, poi la guerra, l’inflazione, la crisi energetica, lo scandalo. Un impasto e una miscela devastanti!
Occorre reagire con coraggio affinché venga restituita una buona reputazione, totale trasparenza e autonomia alla casa dei cittadini europei.
Ci sono proposte sul tavolo efficaci e convincenti:
- rendere tracciabili contratti tra personale diplomatico e rappresentanti di paesi terzi con esponenti del Parlamento europeo, istituendo un registro dedicato alla trasparenza di questi rapporti;
- fare divieto di ricevere donazioni da paesi terzi a deputati, ex deputati, gruppi politici e partiti;
- prevedere un periodo di incompatibilità prima che un deputato europeo possa svolgere prestazioni professionali nelle materie su cui ha operato durante il suo mandato europeo;
- estendere il registro della trasparenza agli ex deputati; ed altro ancora.
E ci sono trappole fuorvianti da evitare. La prima è quella di scambiare le mele con le pere: l’azione di lobby svolta da organizzazioni riconosciute e autorizzate, portatrici di interessi alla luce del sole, non c’entra nulla con la corruzione che è stata disvelata.
La seconda riguarda la banalizzazione del ruolo degli assistenti parlamentari che nella stragrande maggioranza svolgono un’azione competente e onesta di supporto al deputato europeo che è poi il depositario ultimo delle scelte. E occorre sempre evitare di fare di tutta l’erba un fascio.
La deputazione italiana a Bruxelles ha espresso di recente due Presidenti del parlamento, Antonio Tajani e il povero e amato David Sassoli, esprime la presidenza di commissione importanti come la economica e la costituzionale, e un numero ampio di deputati di valore e di specchiata moralità.
Chi collega la malapianta della corruzione ad una nazione o ad un solo settore non conosce la storia o è in malafede.
Il coraggio di restituire una buona reputazione al Parlamento europeo