Intervento tenuto in data 18 giugno 1996 (seduta ant. N. 9) “Svolgimento di interpellanze e di una interrogazione”.
“GIOVANNI PITTELLA. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, la presente interpellanza ha inteso dare voce in Parlamento ad una delle richieste più pressanti pervenute nel corso di queste settimane dalle associazioni nazionali dei comuni d’Italia, vale a dire l’istituzione di uno specifico fondo investimenti da erogare in conto capitale ai comuni con popolazione fino a 5 mila abitanti, ai loro consorzi e alle società partecipate. Il fondo potrà essere finanziato senza costi aggiuntivi per lo Stato attraverso le quote non ancora utilizzate dei contributi statali assegnati sulle rate d’ammortamento dei mutui ordinari relativi agli esercizi 1988-1992. La somma, inclusa nel capitolo 7232 dello stato di previsione del Ministero dell’interno, è stata stimata in circa 300 miliardi. Ne beneficerebbero i piccoli comuni, che sono circa 6 mila, senza – lo ripeto – costi aggiuntivi a fronte della disponibilità di cassa e senza il bisogno di una nuova normativa. La possibilità di accesso si può assicurare anche prima dell’approvazione della legge finanziaria per il 1997, consentendo ai comuni che vogliano accedere ai mutui per il 1997 di preparare entro dicembre i preventivi di bilancio necessari alla programmazione dei loro interventi.
Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, colleghi, non vi è chi non veda come gran parte degli enti locali medi e piccoli, già senza l’attribuzione delle funzioni indicate dalla legge n. 142 del 1990, abbia oggettive difficoltà gestionali. Queste difficoltà sono aumentate e aumenteranno con l’attribuzione delle nuove funzioni, specialmente di quelle riguardanti i settori dei servizi sociali, dell’assetto del territorio e dello sviluppo.
Condivido l’idea della conferenza Statocittà lanciata dal Presidente Prodi, ma se in tutti noi vi è la consapevolezza che il successo delle grandi città passa attraverso la valorizzazione delle risorse dei piccoli comuni allora le risposte non possono più tardare. Quella che il sottoscritto chiede
con l’interpellanza in questione è solo una delle risposte necessarie, ma è indispensabile
anche incentivare le forme associative tra i piccoli comuni che vogliano coordinare
i servizi: occorre rivedere i meccanismi di trasferimento che registrano clamorose
sperequazioni, è necessario diversificare la legislazione per classi di comuni, in
modo da evitare che i piccoli enti siano oberati da una serie di adempimenti burocratici,
con il rischio addirittura che le pubblicazioni dei bandi sui quotidiani nazionali costino alle amministrazioni locali più degli sconti che si riescono ad ottenere attraverso le gare di appalto. È con fiducia che attendo queste risposte ed è con fiducia che chiedo al Governo di accogliere favorevolmente l’invito che ho voluto rivolgere attraverso l’interpellanza.
Signor Presidente, sono parzialmente soddisfatto perché emerge dalla risposta del rappresentante
del Governo la volontà di tener conto della sollecitazione, che mi sono permesso di rivolgere, e di verificare di nuovo la possibilità di dare una risposta positiva subito dopo l’insediamento del nuovo organo di gestione della Cassa di depositi e prestiti, compatibilmente con la manovra di bilancio.
A me fa piacere che il Governo ribadisca in questa sede la centralità che nella sua azione dovrà avere la questione dei piccoli comuni. Se questa sarà una centralità non formale, non verbale, non rituale avrà certamente delle conseguenze in termini di scelte politiche e poi delle ricadute
in termini di provvedimenti di bilancio, inseriti nella legge finanziaria.
Sono pertanto parzialmente soddisfatto; mi permetterò di rivolgermi nuovamente al Governo allorquando vi saranno le condizioni per riaffrontare in termini concreti e positivi la questione.”
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