Sono almeno 25 anni che il nostro Paese si è sostanzialmente fermato e seduto. Ma tutto questo non dipende solo da noi, è evidente. Ma certo noi non abbiamo fatto abbastanza per evitare di fermarci e sederci. Ci è mancata l’intenzione della condivisione e della responsabilità collettiva. Di fronte ad un destino che si disegna in comune abbiamo spesso guardato ai fondamentalismi di quartiere, dove l’importante non è vincere, ma impedire all’altro di vincere, anche di fonte alla distruzione. “Gli storici del futuro – afferma Roberto Orsi, uno dei tanti studiosi italiani emigrati a Londra, – probabilmente guarderanno all’Italia come un caso perfetto di un Paese che è riuscito a passare da una condizione di nazione prospera e leader industriale in soli vent’anni in una condizione di desertificazione economica, di incapacità di gestione demografica, di rampate ‘terzomondializzazione’, di caduta verticale della produzione culturale e di un completo caos politico istituzionale” (….)
LEGGI il mio documento congressuale integrale: doc.congressuale_IlFuturoCheVale