Le politiche della seconda Repubblica, al di là delle enunciazioni, non hanno ridotto il deficit e il debito pubblico, la disoccupazione, la frattura generazionale fra giovani e anziani, la spesa pubblica improduttiva, la sperequazione fiscale, il giustizialismo, la finanziarizzazione dell’economia, il divario tra il Nord e il Sud del Paese, la negazione dei diritti sociali ai meno abbienti, l’insostenibilità sociale, il divario di genere, il “cinismo” mediterraneo. Insomma, la seconda Repubblica ha acuito le disuguaglianze senza rendere più libere le persone. Il fiscal compact ha inciso sulla decrescita del PIL italiano in picchiata già da un ventennio. C’è nell’aria una forte domanda di socialismo liberale sinora disattesa. Sono queste le ragioni di questa riflessione che non mistifica gli errori di una parte politica ma la invita a conoscere se stessa, senza veli ed ipocrisie, infingimenti, autoelogi e autoassoluzioni. Il libro vuole essere una speranza nel socialismo liberale come rinascenza sociale. Prefazione di Frans Timmermans e con i contributi di Salvo Andò, Domenico Pittella, Francesco Ronchi, Antonella Napoli, Anna Lucia Valvo.
Il più bello dei mari è quello che non navigammo. Per una politica autentica e appassionata
La passione politica di Gianni Pittella viene da lontano. Da quando ancora ragazzino saliva su una sedia di vimini per convincere le folle a votare a sinistra. E non è mai venuta meno. Dopo gli anni all’università, ha iniziato un percorso politico in continua ascesa, che dalla Regione Basilicata lo ha portato prima alla Camera dei Deputati e poi a ricoprire ruoli importanti al Parlamento Europeo, senza mai perdere il contatto con il territorio. Una vita passata a lottare per gli ideali socialisti, per il Sud e per i Sud del Mondo. In occasione della sua elezione a Senatore della Repubblica, Pittella ripercorre i passaggi più significanti della sua vita politica e lancia la Fondazione Attua, un nuovo strumento di azionariato popolare complementare alla sua attività politica, per rafforzare i territori e per fare da catalizzatore per le tante belle idee che animano le nostre comunità.
Breve storia del futuro degli Stati Uniti d'Europa
Il 2012 sarà ricordato come un anno di svolta per il futuro dell’Europa. Quasi di malavoglia e passo dopo passo, dopo aver insistito per anni a percorrere vie pericolose e forse impraticabili, mercanteggiando su tutto, la Germania di Angela Merkel sembra ormai aver sposato l’idea che per salvare l’euro non ci sia altra strada che quella dell’Unione Politica con la costruzione degli Stati Uniti d’Europa. Dopo l’elezione del socialista Hollande in Francia, l’idea di un liberismo con i criteri di stabilità di bilancio fissati dal centro sembra essere fallita. L’Europa Unita, se e quando si farà, non potrà essere soltanto un’unione fiscale e monetaria, ma un vero e proprio Stato federale in grado di assumere su di sé, almeno in parte, i debiti degli Stati nazionali, capace di emettere attraverso un proprio Tesoro federale gli Eurobond e di farsi promotrice di una seria riforma del sistema monetario internazionale, per evitare un’eccessiva e repentina rivalutazione dell’euro rispetto al dollaro e alle altre monete. Un’Europa che non si può arrendere al trionfo della finanza e che deve fare le proposte necessarie per assicurare una corretta circolazione del tra=co finanziario – indispensabile almeno quanto il controllo del tra=co aereo – nonché attuare politiche che creino occupazione. La politica neoliberista fatta finora, prima l’austerità e poi la crescita, è sbagliata. Bisogna tornare a Keynes che l’aveva capovolta: sono gli investimenti a creare risparmio, reddito e lavoro.
L'Europa indispensabile: tra spinte nazionalistiche e mondo globalizzato
La grave crisi finanziaria, economica e sociale che ha investito gli Stati Uniti e ha contagiato il resto del mondo dimostra l’indispensabilità dell’Europa. Dell’Unione europea, un’organizzazione istituzionale, economica e – non ancora abbastanza – politica, che oltre sessantenni fa grandi uomini avevano già immaginato. Anche per l’Europa non è un momento facile. I no al Trattato costituzionale e al Trattato di Lisbona sono la spia di un disagio, di un disamore verso l’idea stessa dell’Unione. Questo libro spiega perché, invece, l’Europa è necessaria, cosa ha già fatto per i cittadini e cosa ancora può e deve fare, purché ne abbia la possibilità. L’autore, Gianni Pittella, parlamentare europeo di lungo corso, racconta come, dalle grandi crisi internazionali ai problemi energetici, dai fondi per il Mezzogiorno agli stanziamenti per la ricerca, al mercato del lavoro, ai temi della giustizia e dei diritti civili, più Europa significhi più forza e opportunità per tutti e non, come qualcuno vorrebbe far credere, burocrazia e istituzioni senz’anima. Il volume, oltre a rivelare curiosi aneddoti su personaggi noti, costituisce uno strumento per entrare negli ingranaggi di un’Europa che stanzia risorse e dispensa multe, che offre formazione ai giovani e infrastrutture ai diversi paesi, che a volte sembra invadere, e altre invece sfiorare, le nostre vite.
Scusate il ritardo. Una proposta per il Mezzogiorno d'Europa
Si può colmare, il “ritardo” del Sud? Si possono concepire i suoi problemi in termini di concreta ricerca delle soluzioni? O si deve pensare al “divario” come a una irremissibile condanna? Dopo decenni di discussioni stanche e ripetitive, declinatesi via via in tono minore, cui ha corrisposto una sostanziale paralisi nella elaborazione di progetti e iniziative, il dibattito sulle condizioni del nostro Mezzogiorno sta assumendo auspicabilmente, in questa fase, caratteri più concreti. Alle storiche contrapposizioni tra meridionalismo classico e neomeridionalismo, o tra intervento “dall’alto” e intervento “dal basso”, sembra possibile sostituire una visione di sintesi più operativa. Si tratta di indicare i filoni fondamentali di un disegno di sviluppo che riguardi quelle dotazioni economiche e civili di cui il Sud ha più che mai bisogno. Questo volume è il frutto della collaborazione tra due personalità che hanno condotto esperienze impegnative in campi diversi, ma che si sono ritrovate in una interpretazione innovativa del Mezzogiorno, della sua evoluzione e delle sue prospettive. Prefazione di Matteo Renzi.
Un nuovo Mezzogiorno. Coesione sociale e strategie sostenibili da Sud per Europa 2020
Questo dossier fotografa un progetto culturale e politico nato intorno ad un’idea condivisa in un incontro a Sud, in calabria.
Il testo, organizzato in due sessioni, ne affronta le tematiche principali in chiave critica e proiettiva, valorizzando l’esperienza europea del suo vicepresidente On. G. Pittella e parimenti l’approccio alle politiche del territorio, con l’indagine sulle esperienze virtuose, la loro tracciabilità attraverso le letture e le visioni a cura di C. Nava e B. Lottero.
Dallo spread allo sprint
L’anno della grande crisi vissuto e raccontato dal Parlamento Europeo.
Dalla raccolta degli editoriali pubblicati tra il 2011 e il 2012 dall’agenzia Asca nella rubrica “Rue wiertz”, curata dal giornalista economico Luciano Cerasa, emerge un appassionato “diario di bordo” dell’attività del Parlamento europeo nell’anno più drammatico della grande crisi, visto e analizzato dall’eccezionale punto di osservazione del suo primo vicepresidente.
Diario di Bordo
La politica come filo conduttore negli appunti di viaggio di un giovane deputato.
…la mia agenda-diario, quella che mi ha seguito per 366 giorni; è stata una parte di me, ripostiglio dei miei avvenimenti, ma più ancora, dei miei pensieri. E’ un susseguirsi di avvenimenti di tutti i tipi, prevalgono, è vero, quelli di carattere politico, ma è pur vero che ad un certo punto dell’anno s’è verificato quel tal terremoto (io lo giudico tale) che è venuto, non saprei, se a sconvolgere o a gratificare la mia vita portandomi dritto alla Camera dei Deputati.
Domani a mezzogiorno
Il Mezzogiorno vive uno dei tornanti più difficili della sua storia, fiaccato da politiche nazionali che non solo sul piano finanziario ma anche su quello delle scelte economiche e istituzionali sono nettamente ostili e indebolito da carenze e limiti gravi propri, della sua classe dirigente, intesa in senso lato e della sua comunità.
Grava sul Meridione d’Italia, peraltro, un marchio di negatività che fa il giro del mondo e che ne frena la capacità di attrarre investimenti, interessi, attenzioni, dando agli antimeridionalisti l’argomento per perseverare e irrobustire la loro politica di amputazione di una parte che non servirebbe al Paese, anzi costituirebbe un peso che i cittadini del Nord d’Italia e del Nord Europa sono stanchi di dover sopportare.
Rosso Antico
Dal passato al futuro, la storia del socialismo lauriota.
Sulla vetta abitavano i benestanti, nella valle i bisognosi, i più poveri… un gruppo di rassegnati, … un gruppo di anarchici, …ed infine i riformisti che capirono che costruendo col piccone un piccolo sentiero sarebbero riusciti a salire sulla vetta.
Autori del libro: Gianni Pittella e Vincenzo Policastro