Non possiamo rimanere insensibili di fronte al dramma che sta vivendo Patrick George Zaki, studente egiziano in ERASMUS all’Università di Bologna, in carcere in Egitto per presunta attività terroristica, ma in realtà colpevole per il suo lavoro in favore dei diritti umani e per le sue opinioni espresse sui social media.
Si ribella la nostra coscienza di cittadini liberi, di democratici amanti dello stato di diritto, di persone che hanno a cuore la libertà di pensiero degli altri.
Tutte le istituzioni pubbliche, nazionali, europee e internazionali agiscano con fermezza perché cessi questo scempio, e Patrick e i tanti Patrick che pagano il prezzo delle torture e dell’ingiusta privazione della libertà, possano tornare a sorridere.