Belfagor è un nom de plume, di dichiarato sapore ereticale, scelto da alcuni amici del portale per esternare note e commenti fuori dalla ritualità e stimolare riflessioni spregiudicate e coraggiose sullo stato e le prospettive della politica italiana.
Chissà cosa penserebbe oggi Luigi Russo, Direttore della Normale Scuola Superiore di Pisa, che nel lontano 1946 battezzò Belfagor la rivista di varia umanità cui furono chiamati a collaborare nel tempo intellettuali “eretici” come Armando Saitta, Luigi Salvemini, Norberto Bobbio, Gianfranco Contini, Pietro Calamandrei e molti altri, spinti esclusivamente dal desiderio di proporre una lettura non conformista della realtà.
“Le scintille di Belfagor” sono un punto d’incontro per condividere osservazioni, studi e commenti sulla realtà che stiamo vivendo e sulle istanze che ne provengono, nato da una coscienza civica feconda e molto attenta.
Esternazioni libere ed anche provocatorie, che ovviamente non impegnano il titolare responsabile del portale. Buona lettura!
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Le relazioni tra Unione europea e Turchia rappresentano la classica “storia infinita”. Già dal 1963, con l’Accordo di Ankara e il suo Protocollo addizionale del 1970 si sono fissati gli obiettivi fondamentali dell’Associazione tra la Comunità e la Turchia; questa, però, solo nel dicembre 1999, in seguito al Consiglio europeo di Helsinki, ha ottenuto lo status di Paese candidato. I negoziati di adesione sono quindi iniziati nell’ottobre 2005 con l’adozione nel 2008 del partenariato, nel cui quadro si sono sviluppati accordi su temi importanti quali migrazioni, rifugiati e terrorismo.
E’ del tutto evidente che il dilungarsi dei negoziati inizialmente è legato alla particolarità di consentire per la prima volta ad un Paese di cultura non cristiana la presenza nell’Unione. Anche per questa ragione, tale ingresso potrebbe favorire l’inclusione della Turchia nell’orbita politica e culturale “occidentale” ed evitarne una deriva islamica; e servirebbe anche a riproporre l’indispensabile sguardo dell’UE verso il Mediterraneo. C’è inoltre da chiedersi se l’ascesa al potere di Erdogan con la progressiva negazione delle basi dello Stato di diritto si sarebbe potuta fermare o ridimensionare nel contesto dell’Unione. Ma ora proprio l’assenza dei prerequisiti richiesti ai fini dell’adesione, con le ripetute violazioni dei diritti umani, sta rendendo complessa ogni trattativa ed il suo eventuale rilancio è caduto anche sulla scia del sofagate.
Il mantenimento dei rapporti con la Turchia è peraltro indispensabile per dare fiato a tutte le forze, non poche, che aspirano a riportare democraticamente il Paese sui binari indispensabili per riprendere il negoziato di adesione.