Belfagor è un nom de plume, di dichiarato sapore ereticale, scelto da alcuni amici del portale per esternare note e commenti fuori dalla ritualità e stimolare riflessioni spregiudicate e coraggiose sullo stato e le prospettive della politica italiana.
Chissà cosa penserebbe oggi Luigi Russo, Direttore della Normale Scuola Superiore di Pisa, che nel lontano 1946 battezzò Belfagor la rivista di varia umanità cui furono chiamati a collaborare nel tempo intellettuali “eretici” come Armando Saitta, Luigi Salvemini, Norberto Bobbio, Gianfranco Contini, Pietro Calamandrei e molti altri, spinti esclusivamente dal desiderio di proporre una lettura non conformista della realtà.
“Le scintille di Belfagor” sono un punto d’incontro per condividere osservazioni, studi e commenti sulla realtà che stiamo vivendo e sulle istanze che ne provengono, nato da una coscienza civica feconda e molto attenta.
Esternazioni libere ed anche provocatorie, che ovviamente non impegnano il titolare responsabile del portale. Buona lettura!
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Ciclicamente si torna a parlare di Mani Pulite. Stavolta l’occasione per riannodare i fili del dibattito su quella stagione controversa è il libro del giornalista Filippo Facci (“30 aprile 1993”, Marsilio) in cui si ricostruiscono puntualmente le ventiquattro ore che, secondo l’autore, segnarono il tramonto della politica. La giornata è quella delle monetine lanciate all’indirizzo di Bettino Craxi davanti all’Hotel Raphaël a Roma. Un passaggio simbolico nella storia italiana, spartiacque tra la Prima e la Seconda Repubblica. Anticipazione di ciò che sarebbe stato il nuovo mondo, grillismo compreso, seppure l’ascesa dei Cinque Stelle comincia esattamente venti anni dopo il lancio di quelle monetine, alle elezioni politiche del 2013. Quel giorno del ’93 è stato l’anticipatore degli slogan vuoti “onestà-onestà”, scanditi nelle piazze fino a qualche anno fa. Vuoti perché hanno portato all’equazione pericolosa secondo cui basta solo essere onesti per fare politica. Bando alla competenza, allo studio e all’esperienza. “Apriremo il parlamento come una scatoletta di tonno” dicevano venti anni dopo gli eredi grillini dei lanciatori di monetine del Raphaël. Ma ora, a quasi trenta anni di distanza dalla fine della politica, i tempi sembrano essere maturi per un nuovo inizio. Complice l’uragano del Covid, è in corso una rivalutazione della competenza e della capacità (vedi Mario Draghi).
Oggi, se non altro per l’avvento dei pagamenti elettronici, possiamo considerare esaurita la stagione nefasta delle monetine?