Poche parole per introdurre la mia rubrica “Basilicata. La storia, la politica, il suo popolo”.
Ritengo che la conoscenza sia una grande risorsa, come anche un’ottima opportunità di crescita, e sono convinta che entrare nelle radici profonde di un territorio, specialmente in quelle del proprio territorio, sia un’esperienza che richiede tempo, sacrificio e dedizione per crescere con consapevolezza.
E’ un po’ come ricostruire l’albero genealogico della propria famiglia perché, in fondo, la Basilicata è una grande famiglia.
La mia rubrica rappresenta il mio impegno per i lettori lucani e non, per questo mi auguro che siate invogliati a leggere le storie che vi propongo con la stessa forza che mi caratterizza e mi induce a divulgare quanto più possibile la bellezza delle radici a cui appartengo. Raccoglierò le testimonianze di quanti hanno concorso a realizzare il quadro politico e la storia della Basilicata, utilizzando al meglio le potenzialità del territorio.
Buona lettura!
Rosita Stella Brienza
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CHI SONO I GIOVANI LUCANI? SCOPRIAMOLO INSIEME.
In alcuni momenti, le parole di Antonella, giovane psicoterapeuta lucana, mi hanno riportato agli straordinari fotogrammi del lungometraggio “Un Divano a Tunisi”, diretta da Manele Labidi Labbé, regista franco-tunisina.
Il film racconta la storia di Selma Derwich, psicanalista di 35 anni, che all’indomani della primavera Araba, lascia Parigi per aprire un proprio studio alla periferia di Tunisi, dov’è cresciuta. E nonostante le difficolta, riesce a trovare la sua strada nella professione e a realizzare i suoi sogni in Tunisia. Di certo Antonella Magno, che come Selma, ha scelto di svolgere la professione nel posto in cui é nata, e dunque sempre sul Mediterraneo, incontrerà altri problemi, ma con la stessa tenacia e determinazione sono pronta a scommettere che realizzerà i suoi sogni proprio come é accaduto a Selma. Buona lettura!
Se dovesse descrivere se stessa, come si racconterebbe?
Sono Antonella Magno, vivo a Policoro dove svolgo il mio lavoro di psicoterapeuta. Sono grata alla vita, appassionata e determinata. Ritengo che il sacrificio, la dedizione, la tenacia ripaghino sempre e voglio credere in questo. Lo sguardo rivolto all’altro, alle fragilità, al sociale mi hanno accompagnata da sempre e ho fatto di questo la mia missione oltre che il mio lavoro.
Come tanti sono partita a diciotto anni, ma l’amore per la mia terra e per il mio mare è stato il richiamo che mi ha spinto a rientrare per portare qui le mie competenze.
Sono specializzata in Psicoterapia cognitivo-comportamentale e perfezionata in Psicologia Giuridico Forense e tra i miei sogni c’era quello di creare un Centro di Eccellenza nell’ambito della Psicologia Clinica e della Psicoterapia e cerco di costruirlo giorno dopo giorno.
Perché i giovani lasciano la Basilicata?
Credo che alcuni giovani lascino la Basilicata mossi dalla speranza, alla ricerca di un altrove sognato e sperato, con l’idea che altrove sia sempre meglio…Altri come me, l’hanno lasciata in origine per ragioni di studio universitario o lavoro e non hanno avuto la possibilità di rientrare nella propria Terra…Come tanti sono andata via a 18 anni per studiare: avevo scelto Roma perché Roma è prima di tutto una “città del Sud” e Roma mi ha dato tanto…Compreso il fatto di rafforzare il legame con la mia terra di origine e saperla apprezzare ancora di più. Ha rafforzato la mia identità lucana. Ricordo che in quegli anni cercavo una cadenza, un’inflessione familiare, qualcuno che usasse espressioni simili alla mia, cercavo il cielo tra i palazzi alti perché a quello ero abituata e il fine settimana avevo quasi un senso di claustrofobia, ma solo dopo ho compreso che era perché mi mancava il mio mare. Credo sia qualcosa di molto primitivo, qualcosa che non si può spiegare ma quando l’autobus si immetteva sulla Sinnica io mi sentivo a casa…Io mi ritengo una privilegiata e sono grata alla vita per questo, poter fare il lavoro che amo nella mia Terra di origine è un dono oltre che un privilegio…Personalmente, condivido solo in parte l’idea dei cervelli in fuga, ci vuole molto coraggio a partire, ad andare ma altrettanto coraggio nel restare, nello scommettere.
Cosa offre ai giovani il posto in cui vive?
Io vivo lungo un tratto di costa jonica incantevole, il nostro è un paese a prevalente vocazione turistica e tanto è stato fatto in questi anni, ma tanto ancora c’è da fare… Spinti da questo, sono nati molti luoghi ricreativi, locali, pub…Ma temo che non si possa fare “solo e sempre ricreazione”. La cosa che manca più di ogni altra per i giovani nella realtà dove vivo è respirare cultura…Luoghi fisici e metaforici dove poter scambiare idee, progetti, ambizioni, sogni…Nella mia attività di psicoterapeuta, mi imbatto quotidianamente in questo, soprattutto alle nuove generazioni manca un motore, una spinta, uno scopo e se manca questo l’essere umano si spegne… Spesso prendendo anche strade e percorsi sbagliati…Mancano delle attività commerciali e le poche realtà che resistevano, hanno avuto un crollo a causa della crisi sanitaria ed economica pertanto siamo spesso costretti ad andare “altrove”. Credo manchino anche delle occasioni formative importanti per noi professionisti, per cui siamo costretti sempre a spostarci, ad aggiornarci ancora una volta, “altrove”.
Qual è il suo sogno per la Basilicata?
Il mio sogno per la Basilicata è qualcuno che scommetta sulla Basilicata, che ci creda davvero. Che anche noi nel nostro quotidiano cominciano a scommettere, altrimenti mai nulla si muove. Ogni movimento, ogni cambiamento parte da una scommessa. Io cerco di farlo nel mio piccolo ogni giorno: quando ho scelto di rientrare ho deciso di lasciare un dottorato di ricerca alla Sapienza e tanti mi hanno detto che era stata una follia… Io faccio uno dei lavori tra i più inflazionati e sarei stata l’ennesima nella mia piccola realtà di provincia… Quando ho scelto di rientrare ho scommesso e rischiato e non è stato semplice. Superare anche solo il retaggio culturale secondo il quale “dallo psicologo, in una piccola realtà non ci andrà nessuno”. Ad oggi posso dire che non è assolutamente così, lontano da tutti gli stereotipi di provincia: l’apertura mentale presente nel nostro territorio è molto più forte e grande di ciò che si può pensare ad un primo sguardo superficiale e poco attento. Il mio sogno per la Basilicata è che i giovani vadano nel Mondo, girino, scoprano e poi rientrino portando quanto appreso, portando l’eccellenza qui. I lucani sono un popolo coriaceo, determinato, dedito e con dedizione e sacrificio tanto hanno realizzato.
Conosce un lucano o una lucana che abbia fatto grandi cose per la Basilicata?
Non amo il disfattismo, i lucani che hanno fatto e fanno cose straordinarie sono stati e sono tanti… I lucani che ci riempiono di orgoglio e realizzano cose belle ci sono, qui e altrove nel mondo e questo mi commuove sempre…
Crede nella forza dei giovani?
Io nella forza dei giovani ci credo e ci ho sempre creduto e non lo dico da sessantenne arrivata, lo dico da giovane che ha creduto in un sogno, in un’idea, che ha trovato il suo ikigai e lo vive ogni giorno, ha avuto tante porte sbattute in faccia, ma che è riuscita a realizzarsi. Il mio vuole essere un messaggio positivo, di speranza ai giovani che scappano, ai giovani che si sono lasciati ingabbiare dall’idea che “tanto qui le cose sono sempre uguali”, che “tanto niente cambia”, entrando in quel loop di impotenza appresa ed inerzia che porta alla rassegnazione, alla non- azione, all’accettazione passiva, snobbando anche in alcuni casi la nostra Terra, perché ahimè a volte è così. Non è vero, la qualità è anche qui, l’eccellenza può essere anche qui, le cose belle arrivano e non sempre e solo agli altri.
Cosa manca davvero e più di ogni altra cosa in Basilicata?
La cosa che manca più di tutto è qualcuno che ci creda nei giovani, che investa, che scommetta che qualcosa di valido possa nascere.
Come si immagina tra dieci anni?
Sarò banale ma tra dieci anni mi immagino esattamente dove sono, continuando a fare ciò che amo fare, il mio lavoro, con passione, pazienza, tenacia e dedizione magari continuando a portare l’eccellenza nel mio campo, circondata dai miei affetti, solo più ricca di esperienze e di vita. C’è una poesia di Kavafis, Itaca, che amo molto e racchiude esattamente ciò che penso.