Poche parole per introdurre la mia rubrica “Basilicata. La storia, la politica, il suo popolo”.
Ritengo che la conoscenza sia una grande risorsa, come anche un’ottima opportunità di crescita, e sono convinta che entrare nelle radici profonde di un territorio, specialmente in quelle del proprio territorio, sia un’esperienza che richiede tempo, sacrificio e dedizione per crescere con consapevolezza.
E’ un po’ come ricostruire l’albero genealogico della propria famiglia perché, in fondo, la Basilicata é una grande famiglia.
La mia rubrica rappresenta il mio impegno per i lettori lucani e non, per questo mi auguro che siate invogliati a leggere le storie che vi propongo con la stessa forza che mi caratterizza e mi induce a divulgare quanto più possibile la bellezza delle radici a cui appartengo. Raccoglierò le testimonianze di quanti hanno concorso a realizzare il quadro politico e la storia della Basilicata, utilizzando al meglio le potenzialità del territorio.
Buona lettura!
Rosita Stella Brienza
_______________________________________________________
Vi invito a riflettere di fronte alle parole di Tonio Boccia per fare tesoro di una intervista che esprime non solo il senso della vita di uno degli uomini che ha dedicato tutto se stesso alla crescita della Basilicata, ma che traccia gli elementi essenziali che contribuiscono a definire il cammino di un uomo.
La sua esperienza a servizio della Basilicata è maturata attraverso un percorso formativo che le ha consentito di entrare gradualmente sulla scena politica lucana. Quali sono stati i momenti salienti della sua formazione politica e come ha contribuito con il suo impegno allo sviluppo e alla crescita del territorio lucano?
L’attività svolta nel Movimento Studentesco a ridosso del 1960: prima come Presidente del Circolo d’Istituto del Liceo Scientifico, poi da Presidente del Centro Studenti Medi “Dionigi Lauria” e, infine, nel Gruppo dei Giovani Federalisti Europei. Fu un periodo in cui aprii lo sguardo alle problematiche sociali ed istituzionali a cominciare, ovviamente, da quelle riguardanti la scuola e gli studenti, appresi le tecniche dell’organizzazione, del coordinamento e della comunicazione, imparai a misurarmi con le responsabilità di guida e direzione. E, contemporaneamente, l’insegnamento che ricevetti dai Discepoli di don Minozzi e Padre Semeria in quanto convittore del Principe di Piemonte e dalla partecipazione alle attività di diversi Movimenti Cattolici (CSI, CTG, AC, TOF). Fu un periodo in cui maturò in me una visione, ideali, principi ispirati alla dottrina sociale cristiana e la propensione a mettermi al loro servizio mediante l’impegno sociale.
Da tutto ciò scaturirono l’opportunità e la decisione di entrare nel Movimento Giovanile della Democrazia Cristiana (un partito prevalentemente di cattolici ma aconfessionale). In esso, nel corso di tutti gli anni ’60, ricoprii molti incarichi fino a quelli di Delegato provinciale e Consigliere nazionale. Fu un periodo di esperienze politiche a tutto campo : conobbi tutte le realtà comunali della provincia di Potenza partendo quasi ogni sera e consumando chilometri e chilometri alla guida delle macchine del partito, ebbi modo di confrontarmi con le organizzazioni giovanili degli altri partiti e di entrare nell’agone della battaglia politica, imparai a parlare in pubblico ed a fare comizi nelle piazze, mi relazionai con tutte le espressioni sociali organizzate, imparai le tecniche di propaganda, di reclutamento e di selezione dei quadri dirigenti, partecipai alla vita del partito ed a tutte le campagne elettorali acquisendo la conoscenza dei meccanismi e delle discipline, presi l’abitudine a tenermi informato su ogni accadimento sociale e politico ed a misurarmi con i problemi ed i bisogni della gente per darvi risposte e, soprattutto, ad elaborare idee e proposte per favorire la crescita e lo sviluppo della comunità. Completai questa fase formativa con l’esperienza (1970-75) di Consigliere comunale ed Assessore al Comune di Potenza alla Pubblica Istruzione, allo Sport, al Turismo, alla Gioventù ed agli Organismi di partecipazione, con il conseguimento della laurea in Giurisprudenza il cui corso di studi ebbe molta importanza per la mia successiva attività politica ed istituzionale, con i primi
incarichi di partito a livello provinciale (Enti Locali e, poi, Organizzazione), con le esperienze di lavoro: la prima come insegnante nelle scuole medie inferiori e superiori, poi come Direttore dell’Unione dei Commercianti ed infine da Funzionario regionale.
Ai fini di un quadro completo di queste prime fasi della mia formazione segnalo l’importanza dell’attività sportiva svolta dal 1958 al 1972 in diverse specialità: calcio, pallavolo, pallacanestro e, soprattutto, atletica leggera (con il Club Atletico Potenza stabili il primato lucano sui 400 ostacoli). Non va sottovalutato che per reggere ritmi intensi (fino a 17 ore al giorno) necessari per compiere adeguatamente i doveri legati agli incarichi politici ed istituzionali occorrono condizioni buone di salute, predisposizione fisica ed abitudine alla fatica. Tutte caratteristiche che ho acquisito proprio grazie alla disciplina sportiva. Includo, infine, anche il servizio militare svolto nel 1971: la vita di caserma mi insegnò un mucchio di cose e, vista la mansione di caporale istruttore, contribuì non poco a formare attitudini al gioco di squadra, all’ordine ed alla disciplina, al comando ed all’obbedienza.
Nel 1976, con la elezione a Segretario provinciale della Democrazia Cristiana, iniziò la terza fase della mia formazione, che si concluse con i primi due anni da Segretario regionale (1983-1985). Fu un lungo periodo di impegno e lavoro politico perché oltre al compito di guidare e gestire il partito prima in provincia e, poi, in Basilicata mi dette modo di conoscere a fondo tutto il sistema della Pubblica Amministrazione locale e regionale, i meccanismi e le regole della gestione amministrativa e della legislazione regionale, la complessa realtà della società lucana ed i suoi problemi generali, di settore e particolari. Il forte e significativo ruolo che a quel tempo svolgevano i partiti mi preparò ed educò alla gestione del potere ed a finalizzarla al perseguimento di interessi generali oltre a quelli del partito. Sicuramente presi consapevolezza della responsabilità e dei doveri che ha un dirigente politico, in particolare se a capo di un partito, come accadeva allora in Basilicata, che, se pure in coalizione con altri, aveva una consistente maggioranza relativa di consensi ed una forte rappresentanza nelle istituzioni.
Contribuì moltissimo alla mia preparazione e formazione l’attività di funzionario regionale: il Presidente Verrastro mi mandò a frequentare una serie di corsi formativi dicendomi che servivano per la Regione ma anche per il mio ruolo politico e mi fece fare esperienze di lavoro in una serie di Uffici regionali fino a volermi nel Gabinetto del Presidente. In quegli anni feci anche esperienze a livello nazionale entrando nel Consiglio nazionale del partito e ciò mi consentì di allargare l’orizzonte della mia formazione. Ma ciò che caratterizzò tutta questa fase fu la propensione alla elaborazione e definizione di programmi di crescita e di sviluppo della comunità e la ricerca continua di progetti ed azioni che potessero migliorare la qualità della vita dei lucani. Coniai lo slogan “Idee, programmi e realizzazioni: l’impegno della DC per i lucani” e annualmente organizzavo Convegni di zona su questo tema. Tutto ciò favorì la conoscenza particolarizzata del territorio e delle sue potenzialità e mi mise in sintonia con il sentire della gente, i suoi bisogni, i suoi problemi le sue aspettative in un continuo relazionarsi con essa; soprattutto mi consentì, attraverso la costituzione nel partito di Consulte di settore composte dai migliori esperti che preparavano i contenuti di queste riunioni, di avere una visione generale e concreta delle ipotesi di sviluppo della Basilicata.
Ho voluto ricordare (per sommi capi) i momenti salienti della mia formazione e preparazione per rispondere alla domanda ma, anche, per mostrare come ci si formava e preparava una volta (così era per tutti nella DC ma anche negli altri partiti) prima di assumere incarichi istituzionali e come sarebbe bene che si facesse anche oggi.
Solo grazie a quel processo di preparazione e formazione, durato 25 anni, quando nel 1985 sono stato eletto Consigliere regionale e, poi, nel 1990 Presidente della Regione ed, infine, parlamentare dal 1996 al 2008 ho potuto svolgere in modo avvertito i miei mandati elettorali e i miei doveri istituzionali ed ho potuto contribuire con coscienza e conoscenza alla crescita ed allo sviluppo della Basilicata e del nostro Paese.
Circa gli elementi salienti di questo contributo, che è la seconda parte della domanda, non mi va di parlare di me e lascio a te questo compito. D’altro canto c’è tutto nelle cronache dei giornali, negli atti e nelle leggi regionali, nei resoconti parlamentari. Dico solo, però, in piena coscienza, che nello svolgimento dei miei incarichi istituzionali ho sempre perseguito il bene comune, guardato agli interessi generali e ricercato, in particolare, la crescita e lo sviluppo della Basilicata.
Con la caduta della Prima Repubblica lo scenario politico lucano è cambiato. Cosa rimpiange di quegli anni?
La Seconda Repubblica ci sarà effettivamente quando la Costituzione sarà adeguata : alla realtà sempre più multietnica della società italiana, all’Unione europea sempre più politica con la cessione inevitabile di parti di sovranità nazionale, agli strumenti di organizzazione e comunicazione che hanno cambiato il costume di vita degli italiani, al completamento del processo autonomistico regionale con la nascita del Senato delle Regioni e l’attribuzione a tutte le Regioni dei poteri di quelle a Statuto speciale. Dello scenario politico, dunque, in cui si è consumato il mio impegno rimpiango tutto. Sarebbe stato opportuno eliminare errori, disfunzioni e deviazioni che in esso erano emersi e sono certo che ci saremmo risparmiati tanti anni di transizione trascorsi fin qui nella continua decadenza e nel progressivo degrado della politica con un peggioramento sostanziale della condizione sociale. Ma anche tutto questo, proprio perché abbiamo toccato il fondo, può servire per far maturare l’avvento di un nuovo Rinascimento. E sono fiducioso che, specialmente se i cattolici tornano ad impegnarsi in politica ed operano per promuovere, sostenere e realizzare i principi ed i valori della dottrina sociale cristiana, questo obiettivo possa conseguirsi.
Sul piano politico, quali personaggi hanno tentato l’impossibile per realizzare cambiamenti e migliorare le condizioni economiche e sociali in Basilicata?
Sono convinto che tutti coloro che hanno avuto responsabilità politiche ed istituzionali hanno, in buona fede, lavorato in questa direzione. La quantità e la qualità dell’impegno, le condizioni di formazione e preparazione, la dedizione al servizio, il disinteresse personale, il possesso di un disegno strategico ed ideale da realizzare e sicuramente le circostanze del tempo in cui hanno operato ha, poi, fatto la differenza sulla raccolta dei risultati. Ma non dimentichiamo mai che gli amministratori ed i legislatori sono eletti dal Popolo che, di conseguenza, è il primo responsabile del positivo o del negativo che essi compiono.
Non per diffondere scoramento, ma come valuta il livello della politica dei tempi attuali (in cui i social hanno soppiantato il modello “romantico” della comunicazione politica, quello classico, fatto di piccoli gesti come: attaccare i manifesti, aprire e chiudere le sezioni, il tesseramento) e cosa propone per recuperare il romanticismo della politica e, quindi, il contato con le persone?
Intanto da qualche anno la Politica non c’è più. La Politica è continua relazione con la gente ed i suoi problemi, è partecipazione e collegialità, è lettura del segno dei tempi, è visione e strategia, è promozione e ricerca del bene comune, è finalizzazione e cultura dei risultati, è ragionamento e capacità di mediazione dei complessi interessi sociali , è capacita di ideare, programmare e realizzare migliori condizioni di vita della comunità ed è ricerca del consenso in relazione al raggiungimento di questi obiettivi. I Partiti sono il sale della Politica: servono per alimentare il pluralismo e la democrazia, per tenere vivi i valori ed i principi cui devono ispirarsi coloro che sono preposti alla gestione della “cosa pubblica”, formano, preparano e selezionano la classe dirigente ed i candidati alle elezioni a tutti i livelli, svolgono un importante ruolo di semplificazione della domanda che sale dalla popolazione, alimentano il confronto nella società e sono vitali per la individuazione della strada più rappresentativa della volontà popolare. Oggi tutto ha un respiro debole, corto e superficiale; proprio come i messaggini. Tutto è condizionato dalla ricerca del consenso ed è fatto per ottenere consenso e questo solo e soltanto per conseguire la gestione del potere. E pochi leaders, talvolta veri “Masaniello”, lottano tra di loro al grido “datemi il voto”, anzi, “datemi la metà più uno dei voti” promettendo di tutto e di più con la consapevolezza che non potranno mantenere le promesse. Allora più che “il romanticismo della politica” occorre recuperare la Politica, quella con la “P” maiuscola che ho descritto. Ma anche qui è bene evidenziare che alla responsabilità delle élite culturali e sociali ne corrisponde una più grande di tutti quei cittadini che votano in modo che la Politica non vinca e di tutte quelle lobby che operano con ogni mezzo affinché la Politica non torni così che possano continuare a fare comodamente i propri affari.
Cosa serve oggi alla Basilicata per superare le emergenze e costruire un futuro migliore…
Intanto sarebbe opportuno che i Lucani si riappropriassero della responsabilità di governare la propria terra. Ci sono, da diversi anni, incarichi istituzionali e politici ed un sacco di uffici pubblici diretti da forestieri. E’ prioritario, poi, operare, comunque, per la “esistenza” della Regione. La popolazione residente si sta riducendo a ritmi elevati e corriamo il rischio di accorpamento. La causa principale è l’emigrazione dei giovani, in particolare laureati, che vanno a lavorare altrove ma influisce notevolmente anche la riduzione della natalità. Occorre immediatamente, siamo già in forte ritardo, mettere in campo iniziative di ogni genere per tentare di invertire questi fenomeni. Ho già detto e più volte la mia opinione: occorre concentrare la spesa pubblica verso questo obiettivo e spetta alla Regione coordinare e concertare l’indirizzo dei flussi europei, nazionali, regionali, provinciali, comunali e di tutti gli enti strumentali. Non c’è mai stata una disponibilità di risorse finanziarie così elevata e, poi, basta eliminare gli sprechi, le spese inutili, gli interventi a pioggia, i finanziamenti clientelari e la destinazione di fondi verso obiettivi secondari. Sono largamente note le politiche in grado di favorire le nascite e c’è poco da elucubrare. Occorre operare tutti insieme ed in fretta. Per l’occupazione dei giovani certo non si possono fare miracoli. E’ evidente che il “sistema” Basilicata non è in grado di assorbire tutti i Lucani che ogni anno si laureano o si diplomano e, poi, questi nostri giovani si sentono, ormai, cittadini europei e giustamente si rivolgono ad un mercato di lavoro più ampio per realizzarsi compiutamente; però, anche qui, occorre concentrare la spesa su obiettivi in grado di contenere il fenomeno. Occorre definire tutti insieme una “missione” specifica mirata all’obiettivo. Se il nostro sistema non è in grado di assorbire la maggioranza dei giovani diplomati e laureati non c’è altra via che ampliare le potenzialità del sistema ed “internazionalizzare” la Basilicata. Cioè individuare, promuovere, sostenere e finanziare in tutti i campi e settori soluzioni di occupazione in Basilicata che producono per un ambito più vasto o servono un ambito più vasto. E i nuovi mezzi di comunicazione favoriscono questo percorso. Per fare un esempio ripeto quanto già detto pubblicamente tante altre volte : a cosa serve fare battaglie per avere un po’ di royalties in più dalle compagnie petrolifere ( specialmente se poi le usiamo per spesa corrente, interventi a pioggia e minuterie) meglio sarebbe coinvolgerle nella realizzazione di un grande centro di ricerca, servizi, consulenza, assistenza su tutto ciò che riguarda il sottosuolo( terremoti, petrolio, ecc) rivolto al mondo intero. Occorre, ovviamente, pensare in grande e crederci. Proviamoci. Cominciamo subito con una legge rivolta ai nostri giovani che stimoli e finanzi loro idee ed iniziative: sono certo che qualcosa di buono ed innovativo verrà fuori.