Poche parole per introdurre la mia rubrica “Basilicata. La storia, la politica, il suo popolo”.
Ritengo che la conoscenza sia una grande risorsa, come anche un’ottima opportunità di crescita, e sono convinta che entrare nelle radici profonde di un territorio, specialmente in quelle del proprio territorio, sia un’esperienza che richiede tempo, sacrificio e dedizione per crescere con consapevolezza.
E’ un po’ come ricostruire l’albero genealogico della propria famiglia perché, in fondo, la Basilicata è una grande famiglia.
La mia rubrica rappresenta il mio impegno per i lettori lucani e non, per questo mi auguro che siate invogliati a leggere le storie che vi propongo con la stessa forza che mi caratterizza e mi induce a divulgare quanto più possibile la bellezza delle radici a cui appartengo. Raccoglierò le testimonianze di quanti hanno concorso a realizzare il quadro politico e la storia della Basilicata, utilizzando al meglio le potenzialità del territorio.
Buona lettura!
Rosita Stella Brienza
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CHI SONO I GIOVANI LUCANI? SCOPRIAMOLO INSIEME.
Giovane significa anche essere spontaneo e, quindi, è in questo breve periodo della vita che si è capaci di esprimere una qualità straordinaria: l’autenticità di se stessi con tutti i pro e i contro che ne derivano. In questa intervista, Silvia manifesta apertamente la forza delle sue idee e il limite disegnato dai bisogni che, quanto più sono importanti tanto più esprimono la negazione della libertà. E allora l’invito è quello di riconoscere la necessità che hanno le ragazze e i ragazzi lucani. E qual è la necessità? In primis l’ascolto per dare loro fiducia. E’ arrivato il tempo in cui le parole non servono più ed è necessario il pragmatismo per dare loro il sostegno che meritano.
Ci parli di lei…
Ciao, io sono Silvia Conforti. Ho 25 anni e sono nata a Matera. Attualmente sto finendo il mio percorso di studi a Pisa dove studio Scienze Biologiche e sono in procinto di trasferirmi a Roma per poter continuare il mio percorso in Biologia Evolutiva e Antropologia. Durante i miei anni a Pisa mi sono molto avvicinata alla politica. Ho fatto parte per 5 anni della principale organizzazione studentesca pisana ricoprendo varie cariche, dalla rappresentanza di corso, al parziale coordinamento della stessa organizzazione fino a ricoprire per oltre un anno un posto in Senato Accademico. Avere a che fare con un’organizzazione di estrema sinistra è stato fondamentale per la mia crescita personale, fare politica-seppure in una realtà piccola come l’Ateneo pisano- mi ha fatto capire tante cose di me stessa e del mondo che mi circonda, dandomi gli elementi per prendermi lo spazio per esprimere le mie opinioni senza paura e con una certa determinazione. Quando ero ancora a Matera, al liceo, questo per me è sempre stato un problema…la politica (macroinsieme che comprende comportamenti, linguaggio, idee, fatti, rivendicazioni) ha sempre fatto parte di me, ma non sapevo che fosse politica e non sapevo e in parte difficilmente mi è stato permesso di esprimere il tutto senza che dall’altra parte ci fosse qualcuno pronto a denigrarmi, mettermi un’insufficienza solo perché sono a favore dell’aborto (storia vera!) o deridermi. Per me Pisa è stato questo: incontrare persone come me con cui condividere idee, cambiarle, studiare e poi combattere nei luoghi decisionali per poter cambiare le cose.
Perché, secondo lei, i giovani lasciano la Basilicata?
Ho sempre creduto che non siano i giovani a lasciare la Basilicata ma la Basilicata a lasciare i giovani. La Basilicata è una regione molto particolare a mio avviso. Bella e dannata allo stesso tempo. E’ una regione che si porta dietro tanta storia e come la Calabria e parte della Puglia risente ancora della “questione meridionale” mixata all’epoca fascista. Questo non vuol dire che la gente è ignorante, cattiva o retrograda, anzi… voglio semplicemente dire che se da un lato ci si è evoluti verso tanti aspetti, dall’altro si è rimasti incastrati in abitudini e tradizioni che impediscono alla regione e alle ragazze e i ragazzi più di tutto di cambiare le cose. Io (ma non solo) ho sempre avvertito, questa sorta di pressione sociale che poi è un mantenere uno status quo in cui tutti vogliono cambiare tutto ma per non cambiare nulla. I più audaci riescono “ad uscire” e non tornare più, i più coraggiosi vanno via e poi ritornano per cambiare qualcosa, molti non si allontanano mai o per scelta personale o per mancanza di mezzi. Di questi ultimi bisogna preoccuparsi, non perché non andare via sia un problema, ma perché l’individuo in una fase cruciale come il passaggio dall’adolescenza all’età adulta DEVE avere stimoli diversi da quelli a cui è abituato, deve sviluppare una coscienza e senso critico e non facendolo rischia di persistere in questi atteggiamenti “bigotti” che non fanno crescere nessuno. Se poi l’individuo non ha mezzi a maggior ragione è compito della politica intervenire!
Cosa offre il tuo paese ai giovani?
Nulla. Purtroppo o per fortuna io posso parlare solo per esperienza mia personale. La mia infanzia e adolescenza a Matera sono state abbastanza noiose e monotone. Sono riuscita ad evadere dalla noia grazie alla mia passione per i libri, ne ho letti veramente tantissimi e direi anche per fortuna… grazie alla lettura ho iniziato a sviluppare le mie idee a formarmi prima di tutto come donna e poi come cittadina del mondo. Io provengo da una famiglia molto semplice di idee politiche che tendono molto all’estrema destra, quindi una classica famiglia del sud molto religiosa per giunta. Per me è stato difficile cercare un confronto in casa ma la cosa peggiore è che fuori non c’era comunque nulla. Potevo parlarne con i soliti amici e amiche, ma poi finiva lì. Non ci sono mai stati per me, e tuttora non ci sono, spazi o momenti per i giovani e le giovani in cui confrontarsi e crescere insieme entro certi principi. Per giunta neanche la scuola-che a mio avviso dovrebbe aiutare i ragazzi e le ragazze a sviluppare idee ed educare le loro menti a varie tematiche- è completamente assente. Sono ad oggi fabbriche: la campanella suona alle 8.00, matematica, fisica, latino e poi alle 13.00 tutti a casa. Numeri. I ragazzi e le ragazze si definiscono con dei numeri. Manca il confronto e la possibilità di mostrare alle nuove generazioni quanto altro c’è nel mondo reale!
Cosa manca nel tuo paese per migliorare la qualità della vita dei giovani o di chi vive in Basilicata?
Per deformazione professionale in quanto futura antropologa, sento di dire che ciò che manca è “Il gruppo”. Noi uomini siamo arrivati ad oggi in gruppo, proprio perché abbiamo capito che l’unione fa la forza. In gruppo abbiamo realizzato storicamente cose grandiose. Grazie alla formazione di gruppi siamo riusciti a sviluppare un linguaggio e grazie al linguaggio abbiamo costruito società. Quindi per me è fondamentale la formazione di gruppi, ma come fare? Io credo che questo confronto debba partire dalle infrastrutture: servono aule studio, biblioteche, circoli, parchi ma anche banalmente locali e discoteche o la possibilità di fare eventi che non richieda trafile burocratiche infinite e che puntualmente vengono impedite in nome del “decoro urbano”. Ma anche impianti sportivi, perché anche lo sport dovrebbe essere parte integrante della vita di una persona, attraverso lo sport si possono combattere tante cose e impararne altre cento. Servono associazioni e comitati gestiti da giovani e serve che qualcuno possa spingere e incoraggiarli ad organizzare qualunque cosa perché è giusto che sia così!
Qual è il tuo sogno per la Basilicata?
Per prima cosa il miglioramento dei trasporti. Muoversi per e in Basilicata è complesso e costoso! Avere dei mezzi permette oltre che turismo anche circolazione di persone e idee, lo sappiamo bene. Mi piacerebbe che le istituzioni iniziassero a pensare ai giovani. Siamo sinceramente stanchi di politiche fatte da adulti per adulti per giunta politiche poco sociali che non rispecchiano la società e i nuovi bisogni. E’ una critica che faccio sia alla sinistra che alla destra. C’è bisogno di molto più dialogo e c’è bisogno che i singoli partiti inizino a parlare con le loro giovanili, perché i giovani anche se pochi ci sono e hanno delle belle idee che continuano a non essere ascoltate. Infatti poi vanno via e risplendono nelle grandi città.
Conosci un lucano che ha fatto cose straordinarie per la Basilicata?
No. Sinceramente da che ho memoria non ho mai visto a livello sia regionale che comunale grandi politici. Ho sempre visto personalità fare il minimo indispensabile guardando molto al proprio orto.
Credi nella forza dei giovani?
Si ci credo. Ci credo perché ho visto cosa possono fare dei giovani se portati nelle condizioni di poter dare il massimo. Ma queste condizioni ad ora le possono creare gli “adulti” e non capisco perché non lo facciano.
Cosa vi manca più di tutto?
Probabilmente qualcuno che investa sul nostro potenziale. Investimento che banalmente potrebbe partire dall’istruzione di ogni ordine e grado, sussidi per permettere a tutti e tutte di poter studiare in tranquillità, finanziamenti di biblioteche e aule studio per fare in modo che lo studio non sia qualcosa di individuale e noioso, ma un’occasione per confrontarsi e scambiare materiale, pensieri, tensione. Sembrano cose banali sicuramente, ma non è così. Ma i finanziamenti possono essere anche nella riqualificazione di parchi, strutture sportive o nel permettere eventi come per esempio concerti, mostre, cineforum. Ci sono tante cose che pian piano si possono fare, ma qualcuno deve credere nei giovani e al momento questi sono i vari personaggi politici.
Come ti immagini tra dieci anni?
Domandona… Io ho scelto un percorso un po’ particolare che difficilmente mi permetterà di rientrare in Basilicata, per quanto le condizioni volendo, ci sarebbero. Io voglio diventare Antropologa. Tra 10 anni immagino di essere o in Africa, in Tanzania alla ricerca di qualche “scheletrino” o comunque spero di poter proseguire la mia carriera accademica. Ma, ovviamente, spero anche di poter continuare il mio percorso politico, non so come, ma sarà fondamentale. Come dico sempre: la Biologia è mio marito e la Politica è il mio amante.