Poche parole per introdurre la mia rubrica “Basilicata. La storia, la politica, il suo popolo”.
Ritengo che la conoscenza sia una grande risorsa, come anche un’ottima opportunità di crescita, e sono convinta che entrare nelle radici profonde di un territorio, specialmente in quelle del proprio territorio, sia un’esperienza che richiede tempo, sacrificio e dedizione per crescere con consapevolezza.
E’ un po’ come ricostruire l’albero genealogico della propria famiglia perché, in fondo, la Basilicata è una grande famiglia.
La mia rubrica rappresenta il mio impegno per i lettori lucani e non, per questo mi auguro che siate invogliati a leggere le storie che vi propongo con la stessa forza che mi caratterizza e mi induce a divulgare quanto più possibile la bellezza delle radici a cui appartengo. Raccoglierò le testimonianze di quanti hanno concorso a realizzare il quadro politico e la storia della Basilicata, utilizzando al meglio le potenzialità del territorio.
Buona lettura!
Rosita Stella Brienza
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L’intervista a Maria Anna Fanelli si focalizza su una donna che non rappresenta soltanto una vitalità angelica, ma è anche fuoco come luce che crea costantemente uno stato di trasformazione anche sofferta per le donne, in particolare, ma anche per i bambini e per gli anziani. Le associazioni in cui crede mostrano come l’esistenza umana possa essere sempre migliorata. Ma tutto ciò ha un costo: l’impegno costante, ovvero l’elemento essenziale che caratterizza la Fanelli, detta Ninni per gli amici.
La sua esperienza a servizio della Basilicata è maturata attraverso un percorso formativo che le ha consentito di entrare gradualmente sulla scena politica lucana. Quali sono stati i momenti salienti della sua formazione politica e come ha contribuito con il suo impegno allo sviluppo del territorio lucano?
Ho iniziato la mia esperienza formativa e la mia attività politica quando già ero docente di Scuola Secondaria Superiore, successivamente ricercatrice presso l’I.R.R.S.A.E. Basilicata, nonché moglie e madre di due bambine, e cioè dal 1979/80 attraverso la mia attività di Fondatrice e Presidente dell’A.N.D.E. Associazione Nazionale Donne Elettrici, Associazione impegnata a fare acquisire maggiore coscienza politica alle elettrici ed agli elettori ed a favorire il superamento della scarsa presenza femminile nelle assemblee elettive, problema questo che ha rappresentato ed, in alcuni casi, ancora rappresenta, un deficit di democrazia.
Il terremoto dell’80 ha segnato un profondo cambiamento sulla scena politica lucana. So che anche lei ha dato un suo contributo…
Con il terremoto dell’80 ho fondato un Centro Sociale a Bucaletto, dove con le amiche dell’A.N.D.E. abbiamo dato sostegno alle donne, ai bambini ed agli anziani. Nella Città e sul Territorio tanti gli incontri operativi, quali occasioni di saldatura tra le attese dei cittadini e le risposte delle Istituzioni. In applicazione della Legge 142, nei primi anni ’90, attraverso l’A.N.D.E., ho portato avanti azioni positive sul rapporto Cittadino-Istituzione, Donne-Istituzione, Associazioni-Istituzioni, affinché si concretizzassero attraverso ampie forme di coinvolgimento: consulte, commissioni, centri di parità, forum… ed anche attraverso la redazione degli Statuti Comunali e Provinciali, quali Carte unificanti per reggere la comunità e fare sintesi, indicando e sollecitando progetti utili alla trasformazione delle Autonomie locali, all’apertura degli Enti, della Cosa Pubblica ed alla Società Civile. Statuti che non dovevano rispondere alle logiche di schieramento, ma dovevano giocare a tutto campo sulla solidarietà, sul dialogo interculturale, sulla trasparenza e sulla pubblicizzazione di procedure ed atti, sull’efficienza e sulle nuove tecnologiche, sulla partecipazione popolare, sull’autonomia dell’Associazionismo e del Volontariato. Statuti nei quali si è cercato di imprimere anche il segno della cultura e della coscienza femminile della Basilicata, delle donne impegnate negli Enti locali, nell’Associazionismo e nel Volontariato: non per ritagliare spazi corporativi negli Enti locali, ma per sviluppare ai sensi della Legge 142 lo sviluppo delle politiche di Pari Opportunità in raccordo con le politiche comunitarie. Aspetti questi che sono stati alla base della mia esperienza di Presidente dell’A.N.D.E., che ho avuto modo di vivere direttamente assumendo il ruolo come Vice Presidente del Distretto Scolastico (1981/1984) e Presidente dello stesso Distretto Scolastico (1984/1993), nell’ambito del quale ho lavorato soprattutto sull’orientamento scolastico, professionale ed universitario delle giovani generazioni.
Queste esperienze si sono intrecciate anche con l’attività di Dirigente Politica della Democrazia Cristiana?
Sì, prima negli anni ottanta come Responsabile della Giunta esecutiva del Comitato Provinciale di Potenza della DC, successivamente nel Partito Popolare (1994) con il ruolo di Delegata prima provinciale poi regionale ed anche con incarichi a livello nazionale. Ho vissuto anche l’esperienza nell’Ulivo nel 1996 e dal 2000 al 2005 nel Direttivo Regionale della Margherita, sostenendo una costante attività per favorire la nascita degli Organismi di Parità istituzionali e non, lo sviluppo sostenibile del Territorio e le politiche attive per le donne. Tante le Campagne a sostegno della candidatura delle donne, anche in qualità di Componente del Direttivo regionale della Margherita e successivamente dal 2007 la mia esperienza politica è proseguita nel Partito Democratico.
E poi gli anni ’80 la vedono impegnata direttamente sul campo…
Dagli anni ’80 l’attività di Partito si era intrecciata con quella di Consigliera Comunale attraverso l’esperienza sul campo (1985/1995) ed Assessora Comunale al Commercio (1993/1995), al Commercio, alle Attività Produttive e Servizi Demografici, con la prima Delega alle Pari Opportunità tra uomo e donna per la Città di Potenza. Un’esperienza politica ampia attraverso la quale ho cercato di esprimere ed infondere principi e percorsi di “Democrazia Paritaria”. Concetto e percorso che non va considerato come solo un problema delle donne, ma come un problema che deve esser fatto proprio dagli uomini e dai ragazzi, in quanto attiene ai diritti umani in generale. Per questo gli uomini ed i ragazzi devono esser coinvolti, con le donne, in un impegno globale al fine di raggiungere l’eguaglianza di genere.
Il suo impegno sull’eguaglianza di genere ha attraversato diverse tappe. Cosa ci racconta in merito?
Un impegno, quello per l’eguaglianza di genere, che ho sviluppato dal 2001 al 2006 anche attraverso il mio lavoro di Presidente della Commissione Regionale per la Parità e le Pari Opportunità tra uomo e donna e successivamente dal 2007 all’estate del 2016, quale Consigliera Regionale di Parità, con una particolare attenzione al mercato del lavoro ed alla tutela anti discriminatoria, anche per promuovere e sostenere lavoratrici e lavoratori del Territorio nelle loro dignità personali, nelle loro posizioni e rivendicazioni, il tutto in collaborazione con Enti, Istituzioni e Sindacati, Associazioni di Categoria ed anche attraverso il mio ruolo di Referente Regionale degli Stati Generali delle Donne della Basilicata, Movimento impegnato in un permanente confronto democratico ed innovativo. Attraverso il Progetto “Rete delle Città delle Donne” nazionale e regionale, presentato da Isa Maggi nel 2019 a Matera, si sono volute promuovere relazioni tra culture, genti, generi e generazioni, nell’ottica dell’equità, dell’uguaglianza, del lavoro, della cura, dell’innovazione e della sostenibilità… nello spazio euro mediterraneo, con il Progetto s’invitano i Sindaci ed altre Realtà ad adottare una Delibera di indirizzo per una concreta attuazione dei diritti delle donne.
In conclusione, attraverso tutti questi incarichi istituzionali ed associativi ho cercato e cerco di sviluppare sul Territorio politiche di mainstreaming ed empowerment su tante, tante problematiche femminili e non, facendo ricerca anche sulla “Democrazia Paritaria”. Il fatto è che l’emancipazione femminile, per come di recente ho scritto, ieri come oggi, andava e va interpretata in termini innovativi ed ampi, in quanto essa si raggiunge valorizzando tra gli attori fondamentali, non solo le donne quindi, ma anche la controparte maschile. La società si compone di uomini e donne; se vogliamo che essa sia paritaria, i valori a cui facciamo riferimento devono essere trasversali e condivisi da tutti. È ormai evidente come una società paritaria porti vantaggi, non solo a livello sociale, ma anche economico, poiché il potenziale femminile viene correttamente impiegato, determinando, in tal modo, modelli di convivenza pacifica in cui i diritti umani fondamentali sono assicurati in maniera paritaria e sostanziale. Pertanto, il processo di crescita, che ho cercato di favorire attraverso i vari incarichi istituzionali ed associativi vissuti, è passato, ed ancora oggi deve passare, attraverso la valorizzazione di tutte le forme di differenza e di promozione di politiche inclusive, indubbiamente ed assolutamente, con il coinvolgimento dell’impegno degli uomini, che deve essere fondamentale.
Sul piano politico, quali personaggi lucani hanno tentato l’impossibile per realizzare cambiamenti e migliorare le condizioni economiche e sociali in Basilicata?
Da Emilio Colombo, a Carmelo Azzarà, a Raffaele Di Nardo, ad Antonio Boccia, a Peppino Molinari, a Filippo Bubbico, a Gianni Pittella e a Marcello Pittella, a Salvatore Margiotta…, impossibile citarli tutti, insieme ai Presidenti del Consiglio, ai Parlamentari ed a tante/i Sindache/i forte è stato il contributo per favorire lo sviluppo economico, culturale e sociale della Basilicata e mi voglio augurare che anche con l’attuale Presidenza Bardi si possano superare le difficoltà legate alla crisi pandemica, così da poter attuare una ricostruzione della nostra Regione grazie ai fondi del Recovery Fund e con un pieno coinvolgimento della Società Civile per una rigenerazione, attraverso ottiche intelligenti, così da rendere i territori più resilienti a rispondere alle sfide di rigenerazione urbane e territoriali, che devono essere coniugate con il welfare, il tutto nell’ottica di creare nuove opportunità di lavoro.
Non per diffondere scoramento, ma come valuta il livello della politica dei tempi attuali (in cui i social hanno soppiantato il modello di comunicazione politica “romantico”, quindi quello classico, fatto di piccoli gesti come: attaccare i manifesti, aprire e chiudere la sezione, il tesseramento) e cosa propone per recuperare il romanticismo della politica e il contatto con le persone?
È necessario superare l’autoreferenzialità di tante personalità dei tempi attuali, i continui cambi di “casacche”, di posizioni ed innestare “grandi valori” in una politica, che deve superare lo spopolamento della Basilicata, incoraggiare i giovani a non andar via ed a spendersi per la propria terra.
Secondo lei cosa serve oggi alla Basilicata per superare l’emergenza e costruire un futuro migliore?
La parità di genere e la democrazia paritaria, che oggi grazie alla riscrittura dello Statuto regionale trovano spazi più ampi. Infatti, l’art. 6 del Nuovo Statuto Regionale ha gettato le basi della Nuova Legge Elettorale Regionale approvata nel 2018, che prevede la “doppia preferenza di genere”, volta ad aiutare ed a sostenere anche le candidature femminili. Legge Elettorale paritaria, che non basta in se stessa, se ad altri livelli della società e delle Istituzioni non si procederà a costruire bilanci pubblici secondo la normativa di genere, a sollecitare nelle scuole l’insegnamento dell’Educazione Civica ed, in particolare, della storia dell’emancipazione femminile in Italia ed in Basilicata, a sostenere la partecipazione attiva delle donne mediante un cambiamento culturale che incida sulla loro consapevolezza, sul loro rapporto con il potere e sulla condivisione dei ruoli nella società per abbattere gli stereotipi e valorizzare le differenze. Deve essere prioritaria in questa fase, che malgrado tutto presenta opportunità storiche, l’attenzione all’occupazione femminile per far diminuire la povertà e far crescere i redditi delle famiglie, delle classi medie e più modeste. Oggi le donne se lavorano sono strette tra lo smartworking e lavoro di cura ed assistenza familiare, se disoccupate senza reddito sono sopraffatte dal carico familiare, dall’assistenza per disabili ed anziani e dalla mancanza di infrastrutture sociali, di tempo pieno nelle scuole, di strutture sanitarie, di welfare per persone con difficoltà, anziani e disabili. Sono, quindi, necessari i vaucher e il sostegno all’imprenditoria femminile, ma soprattutto il cambio di mentalità contro stereotipi di genere, pregiudizi, violenze. Gli investimenti del Next New Generation Eu in tutti questi campi devono essere sostanziosi ed importanti e, cioè, non devono esser destinati in campi prevalentemente maschili. Per porre fine alla disparità di genere, e per farlo comunque, abbiamo bisogno del coinvolgimento di tutti. In tal senso bisogna convincere, soprattutto in politica, tanti più uomini e ragazzi possibili ad essere sostenitori del cambiamento e, naturalmente, è indispensabile ricordare alle donne la necessità che anche loro devono operare sempre più per le candidature femminili e per l’elezione delle donne, e cioè è necessario che “le donne votino le donne” al fine di ridefinire le possibilità stesse di relazione critica dialettica con le dinamiche maschili nella base sociale, nella politica e nelle Istituzioni. Al di là delle differenze, quali che siano, ho sempre cercato, e mi auguro di esserci riuscita almeno in parte, di creare una rete forte di donne, riconosciuta dagli uomini, sostenuta in primis proprio dalle donne, alle quali ho sempre richiesto di esprimere, quindi, il proprio voto, non solo per riconoscersi in quanto donna, ma per operare, agire, fare politica ed appropriarsi della dimensione democratica e degli strumenti necessari per permettere alle donne di esserci nella politica e nelle Istituzioni. È questa, per come ho già avuto modo di sostenere in altre occasioni, la teoria dell’uguaglianza politica e sociale dei sessi da far valere a tutti i livelli, partendo, ripeto, da quello familiare e sociale per giungere a quello politico ed istituzionale. Pertanto, ho sempre richiesto, e continuo a farlo ancora oggi, di assumere, alle donne ed agli uomini della Basilicata, questo impegno, affinché a tutti i livelli e, soprattutto a livello istituzionale, cittadine, madri e figlie… possano dare un contributo dalle Istituzioni lucane in un pieno clima di “Democrazia Paritaria”