Poche parole per introdurre la mia rubrica “Basilicata. La storia, la politica, il suo popolo”.
Ritengo che la conoscenza sia una grande risorsa, come anche un’ottima opportunità di crescita, e sono convinta che entrare nelle radici profonde di un territorio, specialmente in quelle del proprio territorio, sia un’esperienza che richiede tempo, sacrificio e dedizione per crescere con consapevolezza.
E’ un po’ come ricostruire l’albero genealogico della propria famiglia perché, in fondo, la Basilicata è una grande famiglia.
La mia rubrica rappresenta il mio impegno per i lettori lucani e non, per questo mi auguro che siate invogliati a leggere le storie che vi propongo con la stessa forza che mi caratterizza e mi induce a divulgare quanto più possibile la bellezza delle radici a cui appartengo. Raccoglierò le testimonianze di quanti hanno concorso a realizzare il quadro politico e la storia della Basilicata, utilizzando al meglio le potenzialità del territorio.
Buona lettura!
Rosita Stella Brienza
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CHI SONO I GIOVANI LUCANI? SCOPRIAMOLO INSIEME.
Marco Zampino sta vivendo sulla propria pelle i sacrifici di un giovane uomo del Sud. Non è facile lavorare e studiare lontano dalla propria casa e dalla propria famiglia, ma da giovani, si sa, si é spinti da quell’energia che rende instancabili. Ed é così per Marco, capace di mettere in moto una serie di dinamiche per una causa di alto valore sociale che renderà migliore il posto in cui è nato: la Basilicata.
Parlaci di te…
Ho 27 anni e sono figlio di questa Terra. Vengo da Melfi, dove vivo nonostante sia spesso fuori per lavoro e, soprattutto, per l’università. La cosa, però, di cui vado più orgoglioso è il condividere con le ragazze e i ragazzi dell’organizzazione giovanile del Partito Democratico di Basilicata – che ho l’onore di guidare – l’idea che la Politica è l’unica strada per ricostruire le condizioni e le ragioni per cui i tanti nostri coetanei che sono andati via, possano rientrare. Condividere ambizioni, destini, visioni è, in questo tempo, il più grande atto di coraggio e di amore che si può fare nei confronti della propria Terra, che è del nostro impegno più genuino di cui ha bisogno. Anche se alcuni sono momentaneamente altrove.
Perché i giovani lasciano la Basilicata?
Si emigra per necessità. Necessità economiche legate all’assenza di opportunità di lavoro all’altezza della formazione professionale per cui si è studiato tanto, necessità di studio, appunto, necessità lavorative. A ciò va aggiunta la necessità, per tanti giovanissimi, di svincolarsi dalla famiglia e costruire una propria indipendenza dentro il flusso del nostro tempo. Uscire dal “paese” e conquistare, liberi, la grande città che vive la multiculturalità, la contaminazione di esperienze diverse, in cui si può diventare grandi. Lasciare la propria terra, però, non deve voler dire abbandonarla.
Cosa offre il tuo paese ai giovani?
La Basilicata ha tanto ma offre poco soprattutto ai più giovani, salvo rare e brillanti eccezioni. Ha tanto perché ha dentro di sé tutte le caratteristiche che possono renderla grande e avanguardia nel Mezzogiorno. A Melfi c’è Stellantis, la “grande industria metalmeccanica”; La Basilicata è la prima produttrice di petrolio in Italia in un’epoca di transizione energetica; ha la Capitale Europea della Cultura; ha l’Appennino; ha la Costa. Ognuna di queste cose, insieme a tante altre, meriterebbe fermento anche della Politica, perché siano occasioni di cambiamento, che purtroppo manca. E questa penuria di dibattito produce poche opportunità per i giovani, perché tutto diventa occasione per operazioni di basso cabotaggio. Così i ragazzi scappano.
Cosa manca nel tuo paese per migliorare la qualità della vita dei giovani o di chi vive in Basilicata?
Migliorare la vita dei miei coetanei qui significa, finalmente, collegare la Basilicata all’Europa, al Mondo. Colmare il divario digitale, infrastrutturale ed economico, rigenerare con il lavoro agile i nostri piccoli borghi, sono cose fondamentali per generare sviluppo. Serve dare la possibilità di crescere, formarsi, costruire la propria indipendenza nella consapevolezza che la Basilicata ha investito su di te e che, per questo, devi essere pronto a tornare perché questa terra – per le ragioni che dicevo – ha molteplici opportunità. Per questo nelle prossime settimane proporremo proposte di legge su Osservatorio sullo Spopolamento, Zone Economiche Giovanili, Southworking ed Eredità Universale, intesa come dotazione economica ai diciottenni per costruirsi autonomamente la propria libertà. Loro sapranno essere sicuramente riconoscenti.
Qual ‘è il tuo sogno per la Basilicata?
Sogno di poter vivere questa terra, quotidianamente, come merita e spero che molti dei miei amici non la abbandonino. Perché ha bisogno di noi. Sogno anche che le istituzioni sentano davvero il bisogno di trattenerci. Perché talvolta si ha la sensazione contraria. Al netto delle enunciazioni di principio, a ciò non corrisponde mai un impegno concreto in questo senso.
Conosci un lucano che ha fatto cose straordinarie per la Basilicata?
Sono tanti i lucani che portano in alto il nome della Basilicata, tanti che, come diceva Sinisgalli, sono silenziosi e vivono nell’ombra della loro incessante laboriosità. A Roma ce ne sono tanti che contribuiscono a rendere grande la Capitale del nostro Paese, in tanti ambiti, anche quello universitario.
Credi nella forza dei giovani?
Credo molto nella forza dei giovani, e credo che questa terrà potrà ritornare a crescere soltanto grazie al nostro impegno qualificato. Perché siamo portatori di speranza che è il sentimento a cui bisognerebbe educare, dalle nostre parti, soprattutto i più grandi che sovente ci dicono che “è tutto finito”, che è meglio “non perdere tempo” che tanto è “tutto uguale”. Ed invece non è così.
Cosa vi manca più di tutto?
Manca tutto. Manca il potersi vedere realizzati e circondati da ciò che è nel cuore. Che è comunanza di storie e di destini. Altrove non è mai la stessa cosa.
Come ti immagini tra dieci anni?
Tra dieci anni spero di aver dato sostanza ai sacrifici miei e della mia famiglia. La famiglia, la forza di quel nucleo è la forza (non solo economica) che fa spiccare il volo a tanti che cercano fortuna altrove o che continuano a vivere le nostre aree interne. È la bandiera del riscatto che ciascuno di noi si porta dentro quando gira per il mondo. La mia generazione che è “sospesa” di sacrifici ne fa tanti, tutti i giorni. Dateci una mano.