Poche parole per introdurre la mia rubrica “Basilicata. La storia, la politica, il suo popolo”.
Ritengo che la conoscenza sia una grande risorsa, come anche un’ottima opportunità di crescita, e sono convinta che entrare nelle radici profonde di un territorio, specialmente in quelle del proprio territorio, sia un’esperienza che richiede tempo, sacrificio e dedizione per crescere con consapevolezza.
E’ un po’ come ricostruire l’albero genealogico della propria famiglia perché, in fondo, la Basilicata è una grande famiglia.
La mia rubrica rappresenta il mio impegno per i lettori lucani e non, per questo mi auguro che siate invogliati a leggere le storie che vi propongo con la stessa forza che mi caratterizza e mi induce a divulgare quanto più possibile la bellezza delle radici a cui appartengo. Raccoglierò le testimonianze di quanti hanno concorso a realizzare il quadro politico e la storia della Basilicata, utilizzando al meglio le potenzialità del territorio.
Buona lettura!
Rosita Stella Brienza
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CHI SONO I GIOVANI LUCANI? SCOPRIAMOLO INSIEME
Energia, forza, vitalità é ciò che esprimono le giovani donne lucane. In genere, quando si muovono nel mondo sono ben accolte, in genere sono portate su un palmo di mano. In genere, riescono a compiere passi da gigante in tempi brevi, dimostrando capacità ammirevoli per la loro concretezza. Fanno bene ad andare via e fanno bene, se é ciò che desiderano, anche a ritornare dopo aver messo a disposizione le loro energie e dopo essere state capaci di fare con sacrificio e senso di responsabilità, superando la vaghezza del dire con il pragmatismo e il grande cuore. E’ ciò che emerge dall’intervista fatta a Ida Valicenti. Una bella promessa da sostenere.
Se dovesse fare un quadro di se stessa, come si dipingerebbe?
Sono ricercatrice e docente a Bucarest, già da qualche anno. Mi occupo di Storia dell’Europa orientale, e ho vissuto tra gli archivi dell’ex Unione Sovietica, improntando poi i miei studi sul comunismo della Romania. Ho scoperto legami intensi e imprevedibili con l’Italia e la Basilicata, questo mi ha portato a capire e approfondire. A Bucarest, ho cercato di realizzare dei progetti che mettessero insieme queste realtà, come “Una finestra su Matera”, evento dedicato a Matera Capitale della Cultura 2019, in collaborazione con l’Istituto italiano di cultura; abbiamo anche organizzato un convegno ad Accettura, seguito da una mostra presso il circolo La Scaletta di Matera su un pittore romeno, Constantin Udroiu, che fuggito dal comunismo scelse l’Italia come sua casa e la Basilicata come terra da amare con la sua arte. Nel dicembre 2020, in collaborazione con Arte per la valle e la Fondazione Matera 2019 abbiamo realizzato il “Premio Udroiu per i giovani talenti lucani”, è stato un momento molto interessante, con la partecipazione di ragazzi in gamba e pieni di desiderio. Quest’anno a Bucarest, insieme ad altri colleghi e alla Preside della Scuola Italiana Aldo Moro, abbiamo istituito la Società Dante Alighieri, con cui realizziamo eventi culturali e corsi di lingua italiana con l’obiettivo di diffondere e promuovere l’italianità all’estero. È un’iniziativa che mi impegna molto e stimola la creatività.
Perché i giovani lasciano la Basilicata?
A mio parere credo che ci sia un problema di agenda nazionale. L’Italia è bellissima e ricchissima, ma mancano delle opportunità attraverso cui crescere, creare, costruire. Spesse volte ci si sente dire “ma chi te la fa fare”, oppure “qui le cose non funzionano”, e invece sono queste frasi che chiudono il cerchio ed escludono talenti e voglia di fare.
Cosa offre il suo paese ai giovani?
Il mio paese offre la natura, l’arte, la bellezza del vicinato, del raccolto, del territorio. Ogni realtà italiana è un’esperienza unica che coinvolge il corpo e l’anima. È uno scrigno di biodiversità culturale ed esistenziale che crea una rete di nostalgia intorno, come se vivendola già mancasse allo spirito.
Cosa manca nel suo paese per i giovani?
Credo che manchi la percezione che offrire qualcosa non è togliere a se stessi, ma far circolare un po’ del proprio genio altrove. Insegnare un’arte è un atto d’amore, oggi sembra sempre più un pericolo affidare un ruolo importante ad un giovane, invece può essere una grande occasione condivisa.
Qual é il suo sogno per la Basilicata?
La Basilicata ha molto da regalare, la sogno verde e gialla, alberi e paglia. Un luogo dove distrarsi dalla routine, gustare con stupore un piatto o un luogo incantevole. Con 20 autori stiamo scrivendo un libro che verrà pubblicato da Edizioni della Sera, dal titolo “Lucani per sempre”, un viaggio emozionale nella Basilicata che amiamo.
Conosce un lucano che ha fatto cose straordinarie per la Basilicata?
Sì. Ne conosco molti, alcuni molto vicini, come mio papà, Federico Valicenti, che con la sua cibosofia ha donato un’identità culinaria unica ed eterogenea al contempo a tutta la terra lucana, e altri un po’ lontani che non sono nati lucani ma hanno voluto diventarlo, come Dinu Adamesteanu, archeologo romeno che ci ha donato le tracce della nostra storia.
Crede nella forza dei giovani?
Credo nella forza della passione per le cose belle, autentiche e condivise. Insieme ad altri tre ragazzi lucani facciamo parte di Economy of Francesco, una comunità di giovani voluta dal Papa per dare un nuovo impulso all’economia mondiale. La Basilicata con le sue mille realtà può essere trainante.
Lei che vive a Bucarest, sente la mancanza della Basilicata?
Ciò che manca di più all’estero è l’italianità, un modus vivendi unico al mondo. Lo stile di vita nella sua interezza, arte, cucina, moda, la maniera di comunicare la bellezza. I sapori e gli odori unici che abbassando il finestrino dell’auto che ti riporta a casa ti fanno pensare: mi sei mancata terra mia.
Come immagina la sua vita tra dieci anni?
Mi vedo di ritorno a consegnare, insieme a tanti altri colleghi e amici, tutto ciò che abbiamo imparato e coltivato stando altrove. Mi vedo a riscoprire nei luoghi che abitiamo quell’italianità data per scontata e apprezzata soprattutto quando ci si trova all’estero.