Poche parole per introdurre la mia rubrica “Basilicata. La storia, la politica, il suo popolo”.
Ritengo che la conoscenza sia una grande risorsa, come anche un’ottima opportunità di crescita, e sono convinta che entrare nelle radici profonde di un territorio, specialmente in quelle del proprio territorio, sia un’esperienza che richiede tempo, sacrificio e dedizione per crescere con consapevolezza.
E’ un po’ come ricostruire l’albero genealogico della propria famiglia perché, in fondo, la Basilicata è una grande famiglia.
La mia rubrica rappresenta il mio impegno per i lettori lucani e non, per questo mi auguro che siate invogliati a leggere le storie che vi propongo con la stessa forza che mi caratterizza e mi induce a divulgare quanto più possibile la bellezza delle radici a cui appartengo. Raccoglierò le testimonianze di quanti hanno concorso a realizzare il quadro politico e la storia della Basilicata, utilizzando al meglio le potenzialità del territorio.
Buona lettura!
Rosita Stella Brienza
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La storia insegna che non bisogna mai arrendersi per raggiungere gli ideali che alimentano la crescita sociale e che si sostanziano nel pragmatismo che spinge a realizzare un sistema di vita migliore. Con Franco Adamo le idee si trasformano in azioni per andare sempre avanti tutti insieme, partendo come singoli per diventare una comunità aperta a tutti. In sintesi, come sosteneva Paul Ricouer, bisognerebbe ragionare considerando “Sé come un altro”.
La sua esperienza a servizio della Basilicata è maturata attraverso un percorso formativo che le ha consentito di entrare gradualmente sulla scena politica lucana. Quali sono stati i momenti salienti della sua formazione politica e come ha contribuito con il suo impegno allo sviluppo e alla crescita del territorio lucano?
Prima di avvicinarmi alla politica organizzata e quindi ai partiti ho maturato attraverso diverse esperienze di vita e di studi, soprattutto quelli universitari, i miei ideali e le mie convinzioni; e quindi la conseguente, naturale adesione agli ideali del Socialismo Democratico e Riformista.
Ho iniziato come semplice militante.
Dopo la laurea e il servizio militare (ho rischiato di non essere nominato ufficiale di complemento per la mia scelta politica) sono stato eletto segretario della prestigiosa sezione socialista di Albano di Lucania e nel 1972, nello stesso anno, partecipai al Congresso Nazionale del P.S.I. a Genova come delegato della corrente di Riccardo Lombardi.
Nel 1973, al Congresso Nazionale dei Giovani Socialisti a Venezia entrai a far parte della dirigenza nazionale giovanile e guidai insieme a Nicola Rocco di Matera e Antonio Giansanti di Rionero i giovani socialisti lucani.
Fu al Congresso di Venezia che l’allora ragazzo Gianni Pittella iniziò pubblicamente la sua attività politica, per ricoprire incarichi sempre più prestigiosi a livello regionale, nazionale ed europeo.
Nel 1975 i socialisti si riconfermano guida politica alle amministrative di Albano ottenendo uno strepitoso successo.
Ero candidato come Sindaco alle Elezioni Comunali ma fui eletto anche Consigliere Provinciale e quindi decisi di non ricoprire i due incarichi contemporaneamente.
Per la prima volta non fu eletto un Consigliere Provinciale della D.C., quindi fui l’unico Consigliere Provinciale della zona.
Dopo una breve ma impegnativa presenza nella Giunta Provinciale, al Congresso Provinciale del P.S.I., io lombardiano, mi alleai con il senatore Domenico Pittella, fui eletto Segretario Provinciale e preferii essere capogruppo in Consiglio Provinciale per cosi dedicarmi quasi totalmente al Partito e alla politica in generale mie vere, autentiche passioni. Negli anni successivi ho ricoperto diversi incarichi, sempre consigliere comunale (per 40 anni) e sindaco del mio Comune, incarichi di Partito, Comunità Montana, USL, fino a Consigliere Regionale e per poco tempo Assessore Regionale.
Ho svolto un discreto e silenzioso ruolo nazionale, in modo particolare con Gianni De Michelis nelle sue esperienze politiche e di Governo. Dopo la tragica esperienza di Tangentopoli e la scomparsa del PSI ho lavorato con altri e qualche volta da solo alla rinascita di un Partito Socialista, cosa in cui ancora spero e sono convinto sia possibile.
Il mio impegno per il territorio è stato continuo e costante, mi sono occupato di problemi importanti e di interesse collettivo ( viabilità, trasporti, ricostruzione post-sismica, crisi industriale del Val Basento e in parte anche dell’insediamento FIAT, dove il giorno dell’inaugurazione (Agnelli-Berlusconi) esternai le mie critiche e le mie preoccupazioni per le modalità con le quali si era arrivati all’insediamento industriale, che nasceva senza adeguate infrastrutture, ne rete urbanistica e ferroviaria.
Mi sono occupato anche di Potenza città, delle scale mobili, della circonvallazione, delle strutture sportive di Lavangone, opere rimaste incomplete per alcuni interessi politici retrogradi e di parte, della riforma dei trasporti regionali.
Ma la passione per i problemi di carattere generale, non mi ha mai fatto perdere di vista i problemi delle singole persone, per sostenerli e risolverli nel limite delle mie possibilità.
Devo ringraziare tutti coloro che in questo lungo, faticoso ma appassionato lavoro mi hanno aiutato nell’ottenere buoni risultati.
Con la caduta della Prima Repubblica lo scenario politico lucano è cambiato. Cosa rimpiange di quegli anni?
Parlare di Prima Repubblica ritengo sia improprio, perché non si è mai vista nascere né la Seconda né tantomeno la Terza.
I diversi tentativi politico- giudiziari hanno distrutto tutti i partiti della nostra Storia Repubblicana senza creare le condizioni per migliorarne vizi e difetti; anzi, tutti gli sciagurati tentativi di cambiare e manipolare la nostra Storia sono miseramente falliti e contribuiscono ancora oggi a creare un clima di incertezza e confusione politica.
Non è con la nostalgia del passato che si costruisce il futuro.
Ma il passato deve essere conosciuto e ripensato per i suoi valori di riferimento, per la capacità di organizzare la politica, per il modo con cui si programmano le grandi scelte, per una chiara, efficace e coraggiosa politica estera; e non ultimo per il rapporto che la maggior parte dei politici aveva con le persone, un contatto diretto fatto di continue verifiche sul territorio.
TUTTO QUESTO OGGI DOV’ E’???
Certo anche allora, alcuni errori di valutazione, ritardi nelle decisioni, e perché no, qualche interesse di troppo, non sempre hanno consentito di raggiungere i risultati migliori.
Però non si viveva alla giornata, trascinando il Paese verso un populismo dilagante a Destra come a Sinistra. Ci si confrontava e poi si decideva per il bene della Regione e del Paese.
Ecco, mancano come segni vitali quegli antagonismi politici, culturali e sociali che sono necessari per lo sviluppo di una comunità e di una nuova classe dirigente.
Rimpiangere ciò che è stato non serve a nulla. E’ invece doveroso da parte nostra lavorare per ricostruire il tessuto connettivo che riporti le nuove generazioni ad amare La Politica tanto necessaria per risolvere i piccoli e i grandi problemi delle società contemporanee.
Sul piano politico, quali personaggi hanno tentato l’impossibile per realizzare cambiamenti e migliorare le condizioni economiche e sociali in Basilicata?
Indicare nominalmente i rappresentanti politici che più si sono impegnati per cambiare in meglio le condizioni economiche e sociali della nostra Regione è un tentativo che preferisco evitare, non per prudenza ma per non fare torto a nessuno.
Molti di noi e dei nostri predecessori hanno lavorato bene e i risultati migliori si sono sempre ottenuti con il lavoro di squadra all’interno dei partiti, nelle alleanze politiche e nelle maggioranze che si costituivano sempre dopo un confronto serrato con l’opposizione che era certamente più costruttiva e propositiva rispetto al populismo scellerato delle diverse opposizioni di oggi.
Non per diffondere scoramento, ma come valuta il livello della politica dei tempi attuali (in cui i social hanno soppiantato il modello “romantico” della comunicazione politica, quello classico, fatto di piccoli gesti come: attaccare i manifesti, aprire e chiudere le sezioni, il tesseramento) e cosa propone per recuperare il romanticismo della politica e, quindi, il contatto con le persone?
Non amo molto le nuove tecnologie pur non essendone contrario.
Tutt’altro, la tecnologia è utile ed indispensabile, valorizza e aumenta la capacità e la quantità delle comunicazioni e delle conoscenze e quindi non si può né respingerla né demonizzarla.
Bisogna, però, essere chiari su di essa: non può essere esaustiva dei rapporti sociali e delle conoscenze. Non potrà mai sostituire le relazioni umane, il guardarsi in faccia, scrutarsi negli occhi, studiarne i comportamenti. L’uomo sarà sempre bisognoso e desideroso di socialità e di comunicazione diretta.
Né si può immaginare che la tecnologia possa sostituire processi umani di medio-lungo periodo, come il sacrificio e la passione verso lo studio, e risolverne i problemi.
Immaginare un ritorno a tutto ciò che la politica era nel passato significherebbe cadere nella trappola del romanticismo utopico.
Ritenere, di contro, che la politica è astrazione e distanza dal reale, dal contatto continuo e costante con i problemi e con chi quotidianamente li vive, è un errore che denigra e allontana sempre di più la maggior parte della società dalla funzione primaria ed imprescindibile della politica.
I risultati, di questo modo di concepire la gestione della cosa pubblica, sono sotto gli occhi di tutti anche in questa circostanza, grave e preoccupante, come quella prodotta dalla pandemia.
Cosa serve oggi alla Basilicata per superare le emergenze e costruire un futuro migliore…
La necessità impellente è quella di svegliare il popolo lucano (ma anche quello nazionale) dal torpore in cui è caduto, attratto dalle vuote declamazioni di chi non conoscendo il passato, e quindi la storia, ha propagandato cambiamenti radicali senza proporre nulla sul piano dei programmi e dei contenuti e ha inculcato in molti l’idea che la totale distruzione del passato, da sola, potesse apportare i cambiamenti di cui vi era e vi è bisogno.
Non si costruisce il nuovo con il rancore e con il sollecitare continuamente le ostilità, alimentando così gli istinti primordiali del popolo lucano e nazionale, ma si lavora con competenza e passione per far convergere le diversità, affinchè si realizzi una più alta e rinnovata unità regionale, nazionale ed europea.
La politica può e deve svolgere un ruolo determinante per garantire un futuro dignitoso ad un sempre, maggior numero di persone sul quale di riflesso trovano spazio anche le soddisfazioni di carattere personale.
A questo proposito, considero necessaria una nuova alleanza, rivoluzionaria ed indispensabile, tra due categorie ben descritte dal famoso economista francese Thomas Piketty: il Capitalismo Progressista e il Socialismo Partecipativo.
Perché il problema della nostra Regione, Nazione e dello stesso nostro Pianeta non è il Capitale ma come attraverso politiche sempre più espansive riusciremo a redistribuire in modo più efficiente, efficace ed equo le risorse prodotte dal Capitale stesso.
Ecco, nei prossimi anni, essere socialisti significherà essenzialmente questo.
Ed in Basilicata ci sono le condizioni affinchè un’area politica di questo tipo si affermi prima che da altre parti.
Voglio concludere col dire che anche i ricchi possono star meglio se gli altri non stanno male.
Essere (almeno un po’) socialisti non è solo indispensabile ma è anche utile!